lunedì 27 luglio 2009

SPAZIO AI GIOVANI? UN COMMENTO ALLA RECENTE INDAGINE DEL CENSIS

Perché un progetto per i giovani possa produrre risultati significativi ha bisogno, tradizionalmente, di due elementi:
- la possibilità che il progetto sia formulato e riformulato continuamente attraverso il confronto tra tutti i soggetti che ne sono protagonisti, all'interno di uno spazio di riferimento condiviso;
- la possibilità di un investimento prolungato nel tempo, perché promuovere il “protagonismo” dei ragazzi è un processo lento e faticoso.

In tal senso non conta tanto l'aspetto esteriore degli spazi concessi, quanto che gli spazi siano percepiti come luoghi da poter costruire e trasformare. E infatti i ragazzi sono capaci di personalizzare e “utilizzare” gli spazi, incontrandosi, organizzandovi eventi o giochi, sapendo che possono sentirsi come a casa.
Molto lavoro sociale in questi anni ha “sfruttato” l’intuizione che ogni periferia può essere “centro del mondo”, a patto di lavorare sui legami tra persone, tra generazioni, tra la gente e il suo territorio, tra passato, presente e futuro di una collettività.
Una città, se vuole diventare luogo ospitale e non spazio anonimo segnato da barriere e ghetti, non può che lavorare in questo senso e investire sul protagonismo sociale dei ragazzi. Il futuro di una città dipende da chi la abita. Dipende da noi se questa sarà sempre più un "luogo" umanamente denso o un "non luogo" freddo e grigio.

“Un luogo - come ci ricorda Marco Revelli (Titolare della cattedra d Scienza della politica presso la Facoltà di scienze Politiche dell’Università degli Studi del Piemonte “Amedeo Avogadro”) - è uno spazio dell'identità, delle relazioni e della storia. Tale era il villaggio, il quartiere, la piazza, il cortile, ma anche la fabbrica, il caseggiato operaio, il mercato… Un "non-luogo", al contrario, è uno spazio inerte, vuoto di relazioni, fantasmatico. È "lo spazio degli altri senza la presenza degli altri", dove gli individui, estranei tra loro, indifferenti l'uno all'altro, si sfiorano e si urtano senza incontrarsi. Tali sono gli infiniti luoghi dell'esistenza moderna commercializzata: i supermercati, gli aeroporti, le metropolitane, artificiali e impersonali, dove lo spettacolo delle merci sommerge ogni altro significato. E dove "nessuno si sente a casa propria, ma non si è nemmeno a casa degli altri”.
“Spazi di libertà” e “stabilità temporale”, dunque! Ed infatti, il nostro progetto di uno “spazio giovani”, presso la sede di via Fieravecchia, è nato proprio con queste caratteristiche.
Ma le due condizioni, a conti fatti, non bastano, da sole, garantire prospettiva e sostenibilità ad uno spazio che si fonda sul bisogno di protagonismo dei giovani.
Questo è quanto emerge dalla nostra esperienza sul campo ma anche dagli esiti della ricerca azione “cosa bolle in pentola” (pubblicati nel numero 29 di caosinforma).
Peraltro, la consapevolezza che oltre ai presupposti citati c’è bisogno di qualcos’altro, è stata confermata dalla recente indagine del censis sul comportamento dei giovani, relativamente al modo di trascorrere il tempo libero.
Se è vero infatti, come risulta da quest’ultima indagine, che i giovani oggi sono prevalentemente orientati ad:
Avere successo, per il 38%
Diventare ricchi e famosi, per il 31,3%
Realizzare le proprie aspirazioni, per il 37%
E a fare qualcosa di utile per gli altri, solo per il 26%
siamo di fronte alla denuncia non tanto di una mancanza di luoghi condivisi e partecipati, quanto di una mancanza di prospettive e di progetti comuni significativi.
Non a caso la stessa ricerca ci dice che prevale tra i giovani un atteggiamento culturale ispirato al relativismo esasperato.
Prova ne è che la trasgressione non scandalizza più di tanto. Se esiste ancora un richiamo collettivo condiviso, ci fa notare l'indagine del Censis, questo sembra ispirato unicamente dal primato del soggetto: il criterio di legittimità del comportamento e' la scelta individuale.
Difatti i giovani “indagati” mostrano un grado elevatissimo di tolleranza verso i comportamenti immorali, nelle relazioni sociali, nella vita politica, sul lavoro, ecc.
I giovani intervistati esprimono tolleranza verso, ad esempio verso i manager cocainomani al 75%, verso le donne che usano il corpo, al 73%, verso gli imprenditori che sfruttano il lavoro nero, al 65 %, verso il politico con vita privata immorale, al 63%, verso il professore universitario che fa carriera con i concorsi truccati, al 58,4%.
Del resto la regola dell'apparizione televisiva e del successo mediatico e' proprio quella dell'affermazione della propria opinione e immagine, qualunque essa sia.
Tanto per fare un esempio, alle selezioni per partecipare al Grande Fratello si sono registrate oltre 20mila presenze per ciascuna delle 9 edizioni realizzate dal 2000 al 2009.
Così come siamo di fronte al fenomeno del fine settimana, vissuto come un vero e proprio rito., fine e a se stesso..Il sabato sera si registra il picco di giovani, di entrambi i sessi, che dichiarano di aver bevuto alcol (l'86% circa a fronte dell'1,9 delle ragazze e del 3,9 dei ragazzi che bevono, ad esempio, il lunedì). Si può stimare che il 22,4% dei ragazzi e il 13% delle ragazze tra 11 e 18 anni (quasi 839mila persone) hanno uno stile di consumo di alcol rischioso o dannoso. e sono inclini al cosiddetto “consumo compatibile”, di quelle sostanze, cioè, (come la cocaina o le anfetamine) capaci di consentire una “trasgressione controllata”, o di “migliorare le prestazioni”.
Questo, detto per inciso, spiegherebbe il crollo dei consumi di sostanze come l'eroina poco conciliabili con la normalità della vita quotidiana, e la diffusione continua di nuove forme di ritualizzazione dei consumi (l'ecstasy nei fine settimana). Infatti, I casi segnalati alla polizia relativamente all’uso di cocaina sono significativamente passati da 7805 nel 1999 a 13143 nel 2008 E quelli relativi all’uso di eroina (droga “non compatibile”) altrettanto significativamente, sono passati da 9937 nel 2001 a 6176 nel 2007
Rimane il dato tragicamente noto che sulla strada: il 47 % dei morti per incidenti è per stato di ebbrezza
A questo punto, riprendendo le riflessioni formulate in premessa, la domanda sorge spontanea: non è che ai giovani più che la disponibilità di spazi di libertà e di stabilità temporale, vadano offerte le condizioni per riempire di contenuti significativi e credibili questo spazio e questo tempo?

Mario Scannapieco

domenica 19 luglio 2009

IN RETE IL MATERIALE PRODOTTO DURANTE LA V CONFERENZA NAZIONALE SULLE DROGHE

L'ultima Conferenza nazionale sulle tossicodipendenze, la quinta, tenutasi a Trieste ha messo in luce il desiderio di suoerare pregiudizi e contrasti rafforzando i pressupposti per combattere la droga ed aiutare chi è in difficoltà in modo efficace.

Sebbene lo scarso impegno finanziario delle amminiastrazioni abbia polarizzato l'attenzione, si è affrontato ogni aspetto del fenomeno.

Intanto è stata pubblicata la sintesi degli orientamenti esprssi dagli operatori.pdf. Un'utile lettura per cogliere gli orientamenti della prossima politica anti droga
E' stato le ma anche predisposto un sito internet per rendere consultabile on-line il materiale presentato durante i lavori. Interessante la "navigazione" tra i vari "panel" proposti.

mercoledì 15 luglio 2009

SALERNO E' MIA E IO LA DIFENDO!

Pubblicati sul sito del Centro La Tenda alcuni Acquerelli dedicati alla nostra città...
Un modo per testimoniare l'affetto, l'ammirazione e la passione, per la nostra terra.

mercoledì 8 luglio 2009

CARITAS IN VERITATE

Presentiamo la versione integrale di Caritas in veritate , l'ultima Encilcica di Benedetto XVI sul tema dei rapporti tra economia, società ed etica. Interessante il commento di Stefano Zamagni, rilasciato in un'intervista a il sussidiario.net, che vi proponiamo.

Le encicliche precedenti di Papa Benedetto XVI



martedì 7 luglio 2009

L'ULTIMA INDAGINE DEL CENSIS SUL MONDO DEI GIOVANI

Una recente indagine del Censis ha valutato il comportamento dei giovani di età compresa fra i 18 e i 30 anni, relativamente al modo di trascorrere il tempo libero.

Ne è risultato che oggi la trasgressione non fa più scandalo. Infatti, Il modello vincente che la società propone evidenzia come l’unico obiettivo dei giovani sia quello di diventare ricchi e famosi. Proprio la fascia di età compresa fra i 18-30 anni e’ quella di una società lassista che finisce per accettare i comportamenti a basso tasso di moralità. Una tendenza che si riscontra anche nel bisogno effimero della presenza mediatica da Facebook sino alla partecipazione ai reality.

Oggi i giovani (18-30 anni) pensano che avere successo nella vita significa soprattutto realizzare le proprie aspirazioni (37,9%), ma anche fare qualcosa di utile per gli altri (26,1%) e, quasi a pari merito, essere se stessi (25,4%). Per il 75,2% la società esprime una debole condanna per il manager di successo che fa uso di cocaina, o la donna che usa il proprio corpo per affermarsi e fare carriera (73,3%), lo studente modello che si sballa tutti i fine settimana (67,2%), l'imprenditore affermato che usa lavoratori in nero (65,4%), il magistrato con amicizie poco raccomandabili (65%), l'uomo politico con una vita trasgressiva nascosta (63,1%), il professore universitario che fa carriera con i concorsi truccati (58,4%). Il fine settimana un vero e proprio ritoPer quanto fortemente rischiosi i comportamenti del fine settimana si identificano come una vera e propria ritualità.

Il sabato sera si registra il picco di giovani, di entrambi i sessi, che dichiarano di aver bevuto alcol (l'86% circa a fronte dell'1,9 delle ragazze e del 3,9 dei ragazzi che bevono, ad esempio, il lunedì). Si può stimare che il 22,4% dei ragazzi e il 13% delle ragazze tra 11 e 18 anni (quasi 839mila persone) hanno uno stile di consumo di alcol rischioso o dannoso. In aumento l'uso di stupefacenti da "prestazione'Per quel che riguarda le droghe cresce il consumo di stupefacenti cosiddetti da prestazione (cocaina e anfetamine), diminuisce quello di eroina, poco conciliabile con la normalità della vita quotidiana, con il forte consumo di ecstasy nel fine settimana.

L'ULTIMA INDAGINE DEL CENSIS SUI GIOVANI E IL TEMPO LIBERO


Una recente indagine del Censis ha valutato il comportamento dei giovani di età compresa fra i 18 e i 30 anni, relativamente al modo di trascorrere il tempo libero.

Ne è risultato che oggi la trasgressione non fa più scandalo. Infatti, Il modello vincente che la società propone evidenzia come l’unico obiettivo dei giovani sia quello di diventare ricchi e famosi. Proprio la fascia di età compresa fra i 18-30 anni e’ quella di una società lassista che finisce per accettare i comportamenti a basso tasso di moralità. Una tendenza che si riscontra anche nel bisogno effimero della presenza mediatica da Facebook sino alla partecipazione ai reality. Oggi i giovani (18-30 anni) pensano che avere successo nella vita significa soprattutto realizzare le proprie aspirazioni (37,9%), ma anche fare qualcosa di utile per gli altri (26,1%) e, quasi a pari merito, essere se stessi (25,4%). Per il 75,2% la società esprime una debole condanna per il manager di successo che fa uso di cocaina, o la donna che usa il proprio corpo per affermarsi e fare carriera (73,3%), lo studente modello che si sballa tutti i fine settimana (67,2%), l'imprenditore affermato che usa lavoratori in nero (65,4%), il magistrato con amicizie poco raccomandabili (65%), l'uomo politico con una vita trasgressiva nascosta (63,1%), il professore universitario che fa carriera con i concorsi truccati (58,4%). Il fine settimana un vero e proprio ritoPer quanto fortemente rischiosi i comportamenti del fine settimana si identificano come una vera e propria ritualità. Il sabato sera si registra il picco di giovani, di entrambi i sessi, che dichiarano di aver bevuto alcol (l'86% circa a fronte dell'1,9 delle ragazze e del 3,9 dei ragazzi che bevono, ad esempio, il lunedì). Si può stimare che il 22,4% dei ragazzi e il 13% delle ragazze tra 11 e 18 anni (quasi 839mila persone) hanno uno stile di consumo di alcol rischioso o dannoso. In aumento l'uso di stupefacenti da "prestazione'Per quel che riguarda le droghe cresce il consumo di stupefacenti cosiddetti da prestazione (cocaina e anfetamine), diminuisce quello di eroina, poco conciliabile con la normalità della vita quotidiana, con il forte consumo di ecstasy nel fine settimana.

lunedì 6 luglio 2009

SULLE ORME DI FRANCESCO, PER INCONTRARE MICHELE, RISCOPRIRE L'AMICIZIA E VIVERE LA FRATERNITA'



Cosa aggiungere alla imponente mole di riflessioni, considerazioni, approfondimenti dedicati a San Francesco d’Assisi:che non sia stato già detto e scritto sin dal giorno successivo alla sua morte, nel 1226?
Ma il “Poverello di Assisi”, il “Santo delle beatitudini”, il “domatore di lupi “, il “portatore delle stimmate”, il “Santo” per antonomasia troppo spesso viene rappresentato secondo un’iconografia, una letteratura, una filmografia che indulge alla “beatificazione” nel senso banale del termine, privando la sua testimonianza della carica dirompente che ha avuto ed ha tuttora per quanti alla fede si avvicinano solo formalmente.
Sembra quasi normale, in altri termini, pensare al Santo come al “santino”, come ad un uomo seraficamente votato all’amore di Dio, magari rappresentato nel verde di un prato sconfinato mentre parla agli uccellini e placa il vento in tempesta.
In realtà San Francesco è questo ma anche molto di più. È anche infatti l’uomo dei tormenti, delle passioni, delle sfide, delle scomodità.
Che dire infatti del coraggio mostrato nell’andare non contro ma controcorrente rispetto alla chiesa del suo tempo, nell’essere non ribelle ma rivoluzionario rispetto alla cultura del periodo storico in cui è vissuto, non ingrato ma autonomo rispetto alle pretese di un padre che voleva farne, con la forza, il figlio di sua proprietà?
E che dire del fatto che tutto ciò è stato perseguito solo ed esclusivamente per amore della Verità, dell’Uomo, del Padre a costo della rinuncia radicale a tante ricchezze materiali che pur possedeva?
La verità è che Francesco ci ha indicato con la forza delle sue azioni e non solo dei suoi affascinanti scritti, una via scomoda apparentemente ma sicura per arrivare ad essere veramente ognuno se stesso. Non, si badi bene, ad essere come lui, ma ad essere veramente se stessi per scoprire ognuno, attraverso la propria povertà la propria interiore, unica, irripetibile scintilla divina di cui è portatore e… donatore.
La Porziuncola, l’amicizia, la fraternità, la Comunità, la “chiamata” del crocefisso di San Damiano, l’immersione nella natura dell’Eremo delle Carceri, la Basilica Inferiore e Superiore, (con i loro capolavori, divinamente ispirati) edificate a partire da pochi anni dopo la morte di Francesco, sono le tappe di un cammino simbolico, ma anche storico e reale, che Francesco ha offerto a noi tutti come modello non di vita da imitare a tutti i costi, ma di un percorso da cogliere e ripercorrere. Ma perché ognuno lo ripercorra con le proprie specifiche caratteristiche personali, per avvicinarsi realmente a Dio e a quella Particella di Dio in noi che è la unica, vera, inesauribile ricchezza di cui disponiamo.
Sono le tappe che con Pasquale, Domenico, Rosita, Enrico, Venturina, Giovanni, Angela, Ersilia, …sulle orme di San Francesco abbiamo ripercorso, guidati da Nicola, nel corso di un’esperienza “per riscoprire l’amicizia e vivere la fraternità”, in compagnia del nostro fratello Michele.
Mario

sabato 4 luglio 2009

PRENDIAMOLA CON FILOSOFIA

La filosofia come occasione per “imparare l’arte di vivere”
Caosinforma ha dato vita a una rubrica di filosofia per riprendere il pensiero dei grandi "maîtres à penser" della nostra storia, come ad esempio: Socrate I Soren Kierkegaard I John Dewey I Luigi Pirandello I Jacques Maritain I Lucio Anneo Seneca I Maria Montessori I Cesare Beccaria I Viktor Frankl I Friederich Nietzsche I Blaise Pascal I Jean IPaul Sartre
Un'occasione per allargare la visuale, talvolta ristretta, con cui guardiamo alla realtà quotidiana. Un modo per valorizzare quanto di più importante ha l'uomo nel rapporto con la sua vita., vale a dire la capacità di riflettere sul senso della sua esisitenza. In fondo è solo questa la vera differenza tra noi esseri umani e le altre specie viventi. E per fortuna, visto che su tanti altri fronti siamo senz'altro perdenti.