domenica 27 febbraio 2011

caosinforma 38

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ANDRAGOGIA: quando la formazione diventa adulta

E così il tema dell'educazione, già di per sé complesso, diventa ancor più intricato. Se, infatti, gli educandi non sono più solo minori, ma gli adulti che, per definizione rientrano nella categoria dei soggetti responsabili delle proprie azioni, la missione di educare, già normalmente improba, diventa una "mission impossible".

In realtà bisogna dire che sia culturalmente, sia socialmente, sia psicologicamente, gli adulti (soprattutto oggi), inclusi i giovani in età post scolare, sembrano tutt'altro che accostabili alla condizione dell'autonomia.

Senza scomodare il fenomeno dei cosiddetti "bamboccioni", il tema dell'educazione degli adulti riveste, nella nostra società in continua trasformazione, una valenza di particolare complessità, a prescindere dai risvolti meramente economici contingenti.

Peraltro lo scenario sociale oggi, muta costantemente, ed è difficile utilizzare metodologie ben definite, per accompagnare l'adulto nella realtà del lavoro. La sfida posta dai bisogni (e dai doveri) formativi degli adulti, va comunque obbligatoriamente accettata, anche perché vanno offerte delle garanzie di qualità, umana e professionale, ai fruitori dei servizi, vale a dire a tutti i cittadini (a cominciare da quelli che si rivolgono ai nostri servizi) che hanno diritto ad un'assistenza di qualità e professionalmente aggiornata.

Se la scuola, più o meno, assume l'obiettivo della formazione fino alla maggiore età, lo stesso obiettivo non può dirsi garantito, dall'università in su. L'andragogia entra in gioco esattamente qui, laddove, cioè, il ruolo istituzionale della scuola lascia il posto al mondo del lavoro.

Ma cos'è l'andragogia? Ecco, in questo numero di caosinforma, vogliamo provare ad approfondire l'argomento ma soprattutto vogliamo rimettere al centro della nostra riflessione le più moderne metodologie adottate nell'ambito della formazione degli adulti e, tra queste, a quelle utilizzate dal Centra La Tenda nel suo processo di sviluppo.

Se è vero, come è vero, che nel corso di quasi trent'anni della nostra storia-processo, abbiamo offerto percorsi, occasioni, corsi strutturati, stage, tirocini, collaborazioni, docenze, seminari formativi a migliaia di operatori, pubblici e privati, a educatori naturali e professionali, a medici, psicologi, studenti universitari, assistenti sociali, del nostro territorio ma non solo, una ragione ci sarà.

Come una ragione evidentemente c'è per il fatto che il Centro la Tenda è riconosciuto formalmente come Ente di Formazione, a livello regionale, e recentemente a livello nazionale dalla severa commissione per l'educazione Continua in medicina.

Questo numero di caosinforma è quindi dedicato ai temi, ai termini, alle nuove metodologie che caratterizzano il panorama della formazione attuale ma anche alla rilettura del bacino di competenze acquisite dal Centro La Tenda in questo campo.

Il modello andragogico, peraltro, ci sembra un modello interessante, da conoscere ed approfondire. E non solo perché utilizzato come criterio per accreditare le proposte formative nell'ambito della formazione permanente, ma anche perché rappresenta un ulteriore stimolo a sviluppare la nostra offerta formativa.

Di fatto la nostra filosofia pedagogica (o meglio andragogica) si basa sul principio dell' imparare e disimparare continuamente", ed essa vale tanto per i destinatari finali (vale a dire gli utenti dei nostri servizi) tanto per i destinatari intermedi (vale a dire i nostri educatori naturali e professionali).

Del resto anche secondo le indicazioni, di don Nicola Presidente de LA TENDA, “deve saper offrire professionalità e competenze per realizzare esperienze e percorsi di attenzione alle persone più deboli, specie rispetto ai difficili problemi della società di oggi, ai nuovi bisogni e necessità".

Mario Scannapieco

COOPERATIVE LEARNING E IMPRESA SOCIALE

sabato 26 febbraio 2011

INTRODUZIONE ALLA LOGOTERAPIA

Anteprima logoterapia

APPUNTI DI ANALISI TRANSAZIONALE

LE PROPOSTE FORMATIVE

sabato 5 febbraio 2011

L’ANDRAGOGIA E I CORSI DI FORMAZIONE DEL CENTRO LA TENDA

Per lo svolgimento di attività formative a persone adulte si fa riferimento a modelli didattici interpretativi ricavati dalle“teorie andragogiche”. E’ un corpo di conoscenze riguardante discenti adulti in modo parallelo e distinto rispetto al modello pedagogico dell’apprendimento infantile. L’obiettivo dell’insegnamento/apprendimento viene definito come progressiva acquisizione di autonomia da parte delle persone, sia per svolgere i ruoli propri delle diverse fasi della vita (bisogno di imparare ), sia per imparare ad imparare (self directed learning).



Persiste ancora l'errata consuetudine di insegnare agli adulti come fossero dei bambini. Ma l'adulto ha necessità, obiettivi, caratteristiche psicologiche e caratteriali, ben diverse da quelle di un ragazzo o di un bambino. Il modello pedagogico attribuisce all'insegnante la piena responsabilità di prendere tutte le decisioni su quello che verrà appreso, come e quando verrà appreso e se è stato appreso. È un'istruzione diretta dal docente e che lascia al discente solo il ruolo subordinato di seguire le istruzioni dell'insegnante, in cui, come nel caso del bambino, la responsabilità ricade interamente sul docente e l'insegnamento è centrato sui contenuti: è quindi una trasmissione di informazioni e saperi da un docente a un discente percepito come passivo e dipendente.
Nel caso dell'adulto, un simile modello di insegnamento sarebbe assolutamente controproducente. L'adulto infatti, oltre ad avere una personalità ben definita, ha una percezione di sé come persona responsabile e chiede di essere trattato di conseguenza. Se si utilizza nei suoi confronti lo stesso approccio didattico utilizzato con il bambino si entra inevitabilmente in conflitto con questa visione di sé e si avrà un risultato negativo producendo un atteggiamento di regressione dell’adulto, che assumerà un atteggiamento totalmente passivo, oppure maturerà disinteresse verso l'apprendimento con conseguente abbandono dello studio. Un adulto ha l'esigenza di conoscere lo scopo e l'utilità dell'apprendimento per la sua vita o la sua carriera ed è motivato ad apprendere ciò che gli serve nel momento in cui gli serve.
C'è poi un fattore che nel caso dell'apprendimento degli adulti è assolutamente fondamentale: l'esperienza. In primo luogo, qualunque insegnamento rivolto a un adulto non sarà mai ex novo, ma andrà a modificare conoscenze o esperienze precedentemente acquisite. Ciò che viene insegnato deve quindi inserirsi proficuamente in un contesto esperienziale o cognitivo predefinito o dare vita a una riorganizzazione dei saperi. Se ciò non accade, il rischio è quello di un apprendimento fittizio e di breve durata.
In secondo luogo le esperienze contribuiscono alla costruzione del senso di identità dell'adulto, alla definizione del suo ruolo all'interno del luogo di lavoro e della società. Qualsiasi insegnamento avvia un cambiamento nella percezione che un individuo ha di sé e spesso anche nell'idea che gli altri hanno di lui, modificando rapporti e equilibri precedentemente fissati. È quindi un “materiale pericoloso”: svalutare o ignorare l'esperienza di un adulto è spesso percepito come un rifiuto o una svalutazione della persona stessa.
D'altro canto l'esperienza di vita dell'adulto è un grande valore per l'apprendimento e può essere proficuamente utilizzata sia direttamente, come fonte e materiale di analisi, sia indirettamente, facendo ricorso a tecniche e metodologie didattiche che simulano il vissuto lavorativo o esistenziale della persona, come case studies, simulazioni, attività di problem solving o laboratori. Tenendo conto di tali fattori, Knowles ha definito un modello di apprendimento basato sul processo, piuttosto che sui contenuti. Secondo Knowles "… la differenza è che il modello contenutistico si occupa di trasmettere informazioni e abilità, mentre il modello di processo si occupa di fornire procedure e risorse per aiutare i discenti ad acquisire informazioni e abilità".
Knowles, il teorizzatore del modello andragogico, propone in sostanza un’idea di formazione in cui chi ha il ruolo di formatore deve essere in grado di individuare e valutare le capacità e gli obiettivi dei discenti, coinvolgendo l'adulto che impara e aiutandolo ad acquisire in senso attivo informazioni ed abilità cognitive.



Con il suo famoso modello che definì andragogico in contrapposizione a quello pedagogico, Knowles definisce i 6 pilastri dell’apprendimento degli adulti:




  1. Il bisogno di conoscere: gli adulti sentono l’esigenza di sapere perchè occorra apprendere qualcosa prima d’intraprendere l’apprendimento stesso.

  2. Il concetto di sè: gli adulti hanno un concetto di sè come persone responsabili delle loro decisioni, della loro vita e sviluppano un profondo bisogno psicologico di essere considerati e trattati dagli altri come persone capaci di gestirsi autonomamente.

  3. Il ruolo dell’esperienza: gli adulti entrano in attività di formazione con una loro esperienza pregressa.

  4. La disponibilità ad apprendere: gli adulti sono disponibili ad apprendere ciò che hanno bisogno di sapere e di saper fare per far fronte alle situazioni della loro vita.

  5. L’orientamento verso l’apprendimento: in contrasto con l’orientamento verso le materie, quello degli adulti è centrato sulla vita reale.

  6. La motivazione: le motivazioni più potenti dell’adulto sono le pressioni interne.