caosinforma 57
CAOSINFORMA 57
Con il 57esimo numero di caosinforma (disponibile nella versione oonline), facciamo il bilancio di un percorso appena avviato ma già ricco di esperienze.
Dal convegno di giugno scorso "Quello che le donne dicono
…
" il Centro La
Tenda, ha avviato alcune interessanti esperienze finalizzate alla
promozione dell'universo femminile. E su queste vorremmo oggi fare il
punto, per monitorarne lo svolgimento ma soprattutto per promuoverne
l'ulteriore sviluppo.
I segnali emersi,
negli ultimi mesi, non sono stati molto incoraggianti per la condizione
delle donne. Se è diventata operativa la legge per le quote rosa nei
consigli di amministrazione delle società (che però non è un obiettivo
per tutte le donne
…
.), è aumentato il numero delle donne aggredite o
addirittura uccise dai loro compagni, spesso mariti o fidanzati.
Le differenze di genere rimangono, in alcuni ambienti della nostra società, sempre più marcate.
Addirittura i diritti, in generale, si sono sempre più ridotti: le speranze di maggiore partecipazione femminile, suscitate per esempio dalla cosiddetta primavera araba, si sono affievolite proprio insieme ai diritti civili delle donne. Diritti che si stanno restringendo in gran parte del mondo arabo con ripercussioni anche in Europa.
Purtroppo è proprio la condizione femminile a risentire di più della crisi economica che sta avvolgendo il mondo e le nostre comunità.
La difficoltà di avere una serie di servizi moderni e civili, rispondenti ai nuovi bisogni delle giovani coppie, rallenta la formazione delle nuove famiglie e la crescita di nuove generazioni.
Nel mondo del lavoro per le donne, specie al sud, è sempre più difficile trovare una occupazione.
L'ultimo rapporto Svimez di fine settembre, parla addirittura di una segregazione occupazionale per le giovani donne meridionali in età lavorativa, dove riesce ad essere occupata solo una donna su quattro.
Si ripropone perciò l'antico destino di migrazione per i giovani del sud (dal 2000 al 2010 sono emigrati un milione e 350.000 ragazze e ragazzi dalle regioni meridionali).
I processi di marginalità e di esclusione delle donne dai processi di partecipazione e del lavoro, dunque continuano ed aumentano la precarietà della condizione femminile.
Ecco perché è necessario aumentare la nostra attenzione sulla condizione femminile. E' urgente porsi il problema del cambiamento nei metodi di intervento per realizzare una azione sociale più orientata e capace di saper rispondere ai bisogni dei più svantaggiati. Occorre riuscire a superare le insistenti inadeguatezze quotidiane, migliorando la capacità di analizzare le questioni più problematiche e impadronirsi della voglia di progettare nuovi obiettivi, cercare nuove opportunità, dare voce ai nuovi bisogni per individuare le strade più efficaci di partecipazione al femminile.
Addirittura i diritti, in generale, si sono sempre più ridotti: le speranze di maggiore partecipazione femminile, suscitate per esempio dalla cosiddetta primavera araba, si sono affievolite proprio insieme ai diritti civili delle donne. Diritti che si stanno restringendo in gran parte del mondo arabo con ripercussioni anche in Europa.
Purtroppo è proprio la condizione femminile a risentire di più della crisi economica che sta avvolgendo il mondo e le nostre comunità.
La difficoltà di avere una serie di servizi moderni e civili, rispondenti ai nuovi bisogni delle giovani coppie, rallenta la formazione delle nuove famiglie e la crescita di nuove generazioni.
Nel mondo del lavoro per le donne, specie al sud, è sempre più difficile trovare una occupazione.
L'ultimo rapporto Svimez di fine settembre, parla addirittura di una segregazione occupazionale per le giovani donne meridionali in età lavorativa, dove riesce ad essere occupata solo una donna su quattro.
Si ripropone perciò l'antico destino di migrazione per i giovani del sud (dal 2000 al 2010 sono emigrati un milione e 350.000 ragazze e ragazzi dalle regioni meridionali).
I processi di marginalità e di esclusione delle donne dai processi di partecipazione e del lavoro, dunque continuano ed aumentano la precarietà della condizione femminile.
Ecco perché è necessario aumentare la nostra attenzione sulla condizione femminile. E' urgente porsi il problema del cambiamento nei metodi di intervento per realizzare una azione sociale più orientata e capace di saper rispondere ai bisogni dei più svantaggiati. Occorre riuscire a superare le insistenti inadeguatezze quotidiane, migliorando la capacità di analizzare le questioni più problematiche e impadronirsi della voglia di progettare nuovi obiettivi, cercare nuove opportunità, dare voce ai nuovi bisogni per individuare le strade più efficaci di partecipazione al femminile.
Gerardo Giordano