venerdì 24 agosto 2012

SENTINELLE DEL DISAGIO (2)


SENTINELLE DEL DISAGIO  
 più “Operativi” e meno ”Operatori”

Il mito  della Comunità Terapeutica che tutto risolve è finito. La CT si configura sempre più come una delle risposte alla tossicodipendenza, che peraltro è sempre più mutevole, mimetizzata, indefinita.
La Comunità è chiamata, invece,  a  rispondere a nuove forma di disagio, nuove povertà, nuove complessità e a sviluppare una sempre maggiore capacità di accogliere l’altro, “il diverso”, “il senza dimora”, “ il drogato”, “il malato mentale”ecc. senza schemi precostituiti e senza pensare di avere risposte preconfezionate per ogni problema.
Ma per far ciò deve ripartire dalla fiducia  nell’incontro con l’altro e nello  scambio positivo che  proprio da quest’incontro  può scaturire in termini di nuove energie e soluzioni più efficaci.
Perché questo avvenga bisogna realizzare  servizi della relazione d’aiuto con sempre maggiore comprensione della molteplicità   dell’utente, delle sue specificità,  delle sue motivazioni, della sua storia di vita,  dei  suoi desideri, dei suoi bisogni, delle sue attitudini, delle sue potenzialità, dei suoi limiti.
Ciò implica il sapersi confrontare costantemente con chi  la pensa diversamente, crescere professionalmente per dialogare  con il mondo della sanità, della giustizia, della politica,   del lavoro e della scuola, sviluppare la capacità di lavorare in rete con chi rappresenta e persegue forme diverse di risposta allo stesso  problema.
E, detto in altri termini,    far crescere il bagaglio di formazione personale e professionale per andare  oltre la professionalità garantita da un titolo di studio o dalla mera esperienza. 
Non  a caso don Nicola Bari, il Presidente del nostro Centro, ha sempre affermato  che “Il cambiamento” è insito nella struttura del nostro Centro.  … dove “ognuno è coinvolto   nella formazione, come processo permanente che investe tutti”. 

La formazione deve essere quindi  più mirata  ma anche più flessibile e personalizzata.  
In tale direzione, il Centro studi e formazione caos de La Tenda  promuove  la seconda edizione di "Sentinelle del disagio".  Un’offerta formativa sostanziata da  corsi di formazione, workshop, esperienze di progettazione, seminari pubblici, ecc.   rivolti agli Educatori, naturali e professionali, agli Animatori Sociali, agli Operatori Socio Sanitari, agli Operatori della Comunicazione. Tutti  alle prese con i nuovi bisogni espressi dalla realtà sociale.

La proposta formativa “Sentinelle del disagio”, aperta al territorio, intende sviluppare quanto già realizzato nella prima edizione, ma anche avviare nuovi servizi e nuove attività. Le varie proposte  sono anche una risposta   alla sollecitazione rivolta da don Nicola Bari  a tutti gli operatori del Centro la Tenda   affinché diventino  sempre più  più “ Operativi di processo”, e meno ” Operatori di ruolo”.
Gli ambiti interessati dalla proposta formativa “Sentinelle del disagio”  sono: l'accoglienza e l'orientamento, la comunicazione sociale, il fund raising, la  progettazione e l'avvio un servizio per le famiglie, un approfondimento degli strumenti di valutazione clinica e psicoeducativa, e un'introduzione alle principali psicoterapie nonché il II ciclo de “I Seminari de La Tenda a Fieravecchia”.
  LE SENTINELLE : le proposte in sintesi
·         Dalla proposta di un corso di  ORIENTAMENTO E ACCOGLIENZA, rivolto a nuovi volontari, tirocinanti, operatori in formazione, progettato per favorire una più chiara e consapevole partecipazione al processo  di sviluppo del Centro La Tenda  a FORMARSI PROGETTANDO, il percorso di formazione,  quest’anno, dedicato  alla realizzazione  di un servizio per  famiglie   e contestualmente all’acquisizione di un metodo di progettazione,  che  conduce da un’idea alla sua realizzazione sino alla valutazione.
·         Dal corso di formazione  LE PAROLE PER DIRLO   avviato l’anno passato,  per  consentire agli operatori di avvicinarsi ai termini della psicopatologia in modo più consapevole e avviare  la conoscenza dei principali metodi piscoeducativi,  alla formazione per il corretto utilizzo del PROGETTO FORMATIVO INDIVIDUALIZZATO,  lo strumento educativo,  finalizzato ad accompagnare l’utente nel corso della sua vita formativo-professionale.
·         Dal corso di formazione FUND RAISING, proposto a quanti vogliono imparare a creare rapporti di interesse fra associazione non profit e chi è disposto a donare risorse economiche, materiali e umane, sostegno economico e finanziario alle attività di una Onlus,     a  EDUCARSI A EDUCARE, il ciclo di incontri con “Interlocutori Attendibili” progettato per  sostenere gli educatori naturali e professionali   nella loro pratica educativa ed aiutarli   ad affrontare questioni familiari e sociali  via via sempre più complesse e, magari, ad avviare un Centro di Innovazione Educativa Permanente.
·         Dalla  proposta di  formazione per una  COMUNICAZIONE SOCIALE INTEGRATA, finalizzata ad accrescere le competenze per gestire, arricchire, sviluppare e monitorare le attività di comunicazione in una logica di sistema formativo integrato,  alla seconda edizione dei SEMINARI DE LA TENDA A FIERAVECCHIA, gli incontri di aggiornamento e scambio di esperienze sui temi che interrogano la società contemporanea.  Che quest’anno, si  concentrerà su alcune  problematiche sociali emergenti. 

Mario Scannapieco 



martedì 14 agosto 2012

caosinforma 55


In coincidenza con la pausa esiva, cosinforma, n°55,  vuole stimolare  una riflessione sul passaggio tra il passato (di un anno denso di esperienze, eventi e fatiche) ed il prossimo  anno di lavoro.
                                                                                
                                       www.caosinforma.it



"QUANDO SI CANCELLA IL PASSATO... IL FUTURO NON È PIÙ LO STESSO"
Recita così uno dei più recenti slogan degli “ Inceppati ” un gruppo Ultras della Salernitana (fedelissimi tifosi della squadra di calcio locale) che hanno rivendicato con passione - degna di miglior causa, in verità - la riappropriazione dei simboli che contraddistinguono la "gloriosa" storia della rappresentativa calcistica cittadina. Un ’ occasione per una riflessione sul passaggio tra il passato e il futuro in prossimità delle ferie estive
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In effetti, lo slogan (di cui è stata tappezzata mezza città) preso alla lettera, è un non sense giacché, è evidente, il futuro non può essere "lo stesso" . Un futuro che reclama nostalgicamente un passato è viepiù un ossimoro, cioè  'accostamento di due termini opposti l'un l'altro.
Ma, a leggerlo bene, ossia oltre un'ingenerosa analisi linguistica, lo slogan è chiaro e perfino condivisibile. E già, perché il vero soggetto (sottinteso) dello slogan citato, non è propriamente il futuro che, ovviamente, nessuno può invocare identico al passato, quanto "la percezione" stessa del futuro, o meglio , l'atteggiamento verso di esso. nfatti, l'atteggiamento verso il futuro non può essere lo stesso in ogni epoca ed è sicuramente diverso tra quanti lo immaginano sulla base della consapevolezza della propria storia, magari per rinverdirla e quanti invece tentano di negarla. Ma al di là di una riflessione sociologica, che pur meriterebbe di essere fatta, sul curioso fenomeno del "tifo" più o meno nostalgico, o su quello più impegnativo della percezione socialedel passato e del futuro, in questa sede lo slogan citato serve per introdurre una riflessione sul passaggio tra il passato (di un anno denso di esperienze, eventi e fatiche) ed un futuro relativamente all'anno di lavoro che ci aspetta. Un futuro però che, inesorabilmente, ci interroga da vicino e ci chiama ad essere propositivi piuttosto che ad attendere fatalisticamente l'evolversi degli eventi che, per quanto lontani e incomprensibili nei suoi risvolti macro economici, e sociali non possiamo rischiare solo di subire.
Anche per tale motivo, presentiamo in questo numero di caosinforma, una rapida panoramica dei più significativi eventi che hanno caratterizzato il nostro anno di lavoro e una breve documentazione, in progress, delle nostre proposte formative per prossimo il futuro, almeno per quello che ci riguarda più da vicino e che ci auguriamo, beninteso, migliore dal passato.
Mario Scannapieco