caosinforma 58
E' dedicato al nuovo modello formativo adottato dalle Comunità del Centro La Tenda il 58esimo numero di caosinforma.
La prospettiva lungo la quale si profila il nuovo paradigma di
Comunità Terapeutica pone al centro il modello familiare. Un modello
familiare integrato dalle risorse lavorativo-formative del territorio.
La rivista - pubblicata anche onliine
- sviluppa l'argomento attraverso le sue rubriche, interviste ad
interlocutori attendibili, riflessioni e provocazioni ma anche
attraverso le parole di Don Nicola Bari, Presidente del Centro la Tenda.
"LaTenda era strutturata in base a i moduli, definiti in base ai destinatari e ai programmi.L'impostazione successiva per moduli formativi tendeva a superare il
programma (strutturato nelle fasi di: accoglienza, comunità, rientro)
perché i moduli erano componibili e ciascun utente poteva attraversarli
in modo più flessibile e personalizzato. Siamo dunque passati
per una prima fase di congelamento (il programma), poi per una seconda
fase (i moduli), poi ancora per una terza: la strutturazione del Centro
in quattro aree (psicoeducativa, territoriale, lavoro, servizi) . Ora si tratta di arrivare ad una quarta fase. Infatti
lungo questo percorso la formazione e il modo di operare sono cambiati.
E
’
cambiata anche l
’
utenza, i destinatari così come sono cambiate le
strutture e gli obiettivi. Alcuni operatori hanno dovuto riconvertirsi;
è stato quindi necessario accompagnarli e fornirli di nuovi strumenti.. Si
tratta di passaggi dolorosi
…
ed infatti nel passaggio dalla situazione
attuale a una fase nuova c
’
è da attendersi forti resistenze, perché
viene richiesto un modo di operare diverso, una formazione diversa. Noi
vogliamo rispondere a un maggior numero di bisogni, non legati
necessariamente alla tossicodipendenza, vogliamo creare nuovi servizi e
ricorrere all
’
autofinanziamento. Nella struttura organizzativa attuale
c
’
è una distinzione, un
’
autonomia fra area psicoeducativa e lavoro,
mentre in seguito la priorità andrà al lavoro, che diventerà un
’
opportunità per l
’
area psicoeducativa. Ora serve un operatore capace
di mediare anche il lavoro
”
.