domenica 17 maggio 2009

IMMAGINARIAMENTE

Il Centro studi e formazione caos presenta il prodotto multimediale

IMMAGINARIAMENTE:
La storia della follia attraverso le rappresentazioni dell'arte dal '400 ai nostri giorni
Il lavoro, curato dal Centro studi e formazione caos, è complementare al manuale di base DOPPIA DIAGNOSI O DOPPIA SPERANZA?(anch'esso di prossima publicazione) per gli operatori dei servizi per persone con problemi di tossicodipendenza associati a disturbi psichici di particolare gravità. Di fatto rappresenta anche la documentazione del lavoro avviato, già da tempo, dal Centro La Tenda, relativamente a questo impegnativo ambito di servizio alla persona.
Di seguito riportiamo l'introduzione al prodotto multimediale curato dal Centro studi e formazione caos

Ogni persona, al di là dei segni di disagio che esprime, in fondo richiede sempre e comunque un incontro competente, fatto di ascolto, empatia, solidarietà.
In tale prospettiva, quella di ripercorrere la rappresentazione della follia nel corso dei secoli, fino ai giorni nostri, ci è sembrata una buona idea.
Oltre ad allargare la visuale di quanti si interrogano sul fenomeno della cosiddetta “follia”, onde suggerire un approccio non condizionato da impostazioni pregiudiziali, il prendere “visione” di come il tema della follia abbia attraversato il mondo dell’arte, ce ne restituisce una dimensione culturale, capace di favorirne una lettura coinvolgente, nel senso di fenomeno che non può essere percepito come altro da sé.
Lo abbiamo fatto ripartendo dal pregevole studio di Michel Foucault sulla storia della follia nell’età classica, per arrivare, integrando la sintesi del suo lavoro, a leggere, in chiave analoga, la produzione artistica contemporanea.

IMMAGINARIAMENTE è quindi il titolo della documentazione di una produzione artistica immaginifica, ma anche di un mutamento culturale che interpreta e forse talvolta coincide con la follia.
In ogni caso le restituisce una dimensione psico-sociale da cui non può prescindere ogni operatore che con la follia lavora o magari crede di lavorare, solo per mestiere, tutti i giorni.
Mario Scannapieco

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