caosinforma 40
Questo numero di caosinforma nasce in prossimità della Santa Pasqua e da una riflessione sul significato che
“Nessuno mette un pezzo di stoffa grezza su un vestito vecchio perché il rattoppo squarcia il vestito e si fa uno strappo peggiore. Né si mette vino nuovo in otri vecchi, altrimenti si rompono gli otri e il vino si versa, e gli otri vanno perduti. Ma si mette vino nuovo in otri novi, e così l’uno e gli altri si conservano”.
Di fatto la parola “nuovo” è tipica di Gesù come forse nessun altra. E del resto “Io faccio nuove tutte le cose”, è l’espressione con cui Egli afferma inequivocabilmente non solo che è nuovo il contenuto del suo annuncio ma che questo nuovo contenuto esige assolutamente anche otri nuovi, vale a dire modalità d’attuazione, forme intuitive e orientamenti in reale sintonia con esso. Cioè in definitiva una nuova maniera di confrontarsi col mondo, allora ed oggi.
Del resto l’evento pasquale è assolutamente nuovo come nuovo è il cambiamento di prospettiva che ci viene richiesto, ci interroga e ci motiva ogni giorno.
Vogliamo dunque porre
Formazione, comunicazione sociale, strategie di prevenzione, promozione nuove risposte alle povertà, alle problematiche del mondo del lavoro, al complesso fenomeno dell’immigrazione, alle famiglie di ieri e di oggi, ecc.
Sono questi gli ambiti e le domande, rispetto alle quali vogliamo interrogarci per captare, da “sentinelle del disagio”, nuove richieste d’aiuto.
Del resto il Centro
A cominciare dalle sfide poste al nostro caosinforma, giunto al suo 40° numero e che col tempo ha sempre più ampliato il numero di lettori favorendo la creazione di spazi di confronto ispirati alla responsabilità sociale.
Di qui il bisogno di riprendere la feconda esperienza dei Seminari de
E’ una bella sfida… anche perché ci sono nuovi problemi, nuove generazioni di genitori, di educatori, di terapeuti, di operatori socio-sanitari, di pubblici amministratori di fronte alle cui iniziative vogliamo far sentire la nostra voce, il nostro consenso ma anche, perché no, il nostro dissenso.
In particolare quelle che riguardano la necessità di dare spazi di protagonismo e di responsabilizzazione ai giovani e alla famiglia; dare attenzione a nuove richieste d’aiuto relative all'abuso di alcolici, e dare accoglienza alla questione agli immigrati, per rafforzare la cultura della tolleranza, del reciproco rispetto, calata però nel concreto, attraverso programmi di integrazione linguistica, sociale, di scambio culturale, di qualificazione professionale e inserimento lavorativo.
Proveremo, dunque, a fare un bilancio e un rilancio dell’azione finora svolta, in funzione delle difficoltà emerse, delle mete di sviluppo, dei passaggi necessari, e delle iniziative già in corso d’opera.
Mario Scannapieco
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